Amunì è un’esortazione in dialetto palermitano che vuol dire “diamoci una mossa”.
E’ anche il nome che Libera, l’associazione contro le mafie guidata da Don Ciotti, ha dato a un progetto che è arrivato anche a Reggio Emilia.
Un progetto rivolto a ragazzi tra i 16 e i 20 anni che sono sottoposti a procedimento penale da parte dell’Autorità giudiziaria minorile e sono impegnati in un percorso di riparazione.
Molti di loro sono al primo reato e seguono un percorso con Libera all’interno di un progetto educativo più ampio che il Tribunale, insieme agli assistenti sociali, prevede per ciascuno di loro.
Ragazzi e ragazze che devono scontare il periodo di “messa alla prova”, ovvero la sospensione del processo e l’affidamento ai servizi sociali per un cammino di crescita che, se va a buon fine, estingue il reato.
Il progetto ha portato a Reggio ragazzi provenienti da Napoli, Roma e Genova, accompagnati dai loro bravissimi educatori e dai preziosi volontari reggiani di Libera.
L’obiettivo è far conoscere ai ragazzi realtà come: i terreni confiscati alla criminalità organizzata, i familiari di vittime di mafia, le realtà di solidarietà, le tante attività di impegno su tutto il territorio nazionale.
Per questo motivo a Reggio hanno partecipato a incontri sulla Resistenza, sono andati a Casa Cervi per il 25 Aprile, hanno incontrato Anna Castaldi (sorella di Paolo, ucciso dalla camorra) e sono venuti in Sala del Tricolore dove ho avuto il piacere di parlare loro partendo dalla storia per arrivare al tema della possibilità della riparazione.