Sono intervenuto, in rappresentanza del Comune, al centenario della nascita di Otello Sarzi.
Una persona con una storia che in qualche modo parte prima della sua nascita e che non si conclude con la sua morte.
Otello Sarzi è conosciuto come un grandissimo burattinaio, ma è stato molto di più.
La sua storia nasce prima di lui grazie agli insegnamenti avuti dal nonno Antonio, poi dal papà Francesco e dopo di lui tramite il figlio Mauro e il nipote Raul.
E’ una storia di accoglienza, di lotta, di ricerca di cambiamento. L’accoglienza che contraddistinse la famiglia Sarzi durante la guerra, nel dare rifugio alle persone ricercate dalla polizia fascista; la lotta che Otello scelse di fare come partigiano; la ricerca di cambiamento che tramite i burattini fu portata da Otello Sarzi nella pedagogia (collaborò con Loris Malaguzzi per la costruzione delle nostre scuole dell’infanzia), nello spettacolo (collaborò con Federico Fellini, Dario Fo, Gigi Proietti e tanti altri artisti), nella vita di tutti i giorni.
Otello disse di aver capito profondamente l’importanza dello spettacolo dei burattini quando li usò nel 1951 a Novara, davanti ai bambini sfollati a causa dell’alluvione del Polesine.
Da allora ne usò il loro grande potere, perché i burattini: riescono a parlare alla gente di tutti i livelli sociali, riescono a rendere comprensibili e a mettere in discussione temi complicati grazie al sarcasmo e allo sberleffo, riescono a far sognare i bambini e le persone anche quando tutto intorno ci dice che non è più possibile sognare e per questo costruiscono le basi per il cambiamento.
Per questi motivi ho portato i ringraziamenti alla Fondazione Famiglia Sarzi e agli eredi di Otello da parte del Comune: per ciò che ha fatto e per ciò che in qualche modo continua a fare.