Progetto Grazie, consegnata a Omour Mallam una pergamena per la sua attenzione nonostante le difficoltà – 24 dicembre 2021

Progetto Grazie, consegnata a Omour Mallam una pergamena per la sua attenzione nonostante le difficoltà – 24 dicembre 2021

Ho pensato il premio “Grazie” per evidenziare i piccoli gesti che in qualche modo rappresentano
un senso civico e un’attenzione agli altri che mi sembrano importanti da sottolineare. I

In un contesto in cui spesso le cronache ci parlano di egoismi e individualismi, ci sono tante azioni di altruismo che vanno messe in luce per ringraziare chi le compie e per promuoverne l’emulazione.

In quest’ottica ho pensato fosse opportuno ringraziare formalmente Omour Mallam per essersi impegnato nel ritrovare la proprietaria di uno smartphone che lei aveva smarrito. E’ un ringraziamento che va a Omour e a tutti coloro che, come lui, si sarebbero comportati nello stesso modo.

E’ un premio per tutti coloro che scelgono di “perdere” del proprio tempo per aiutare qualcuno e fare una piccola cosa che per altri ha un grande significato.


Nel caso di Omour la cosa ha un valore ancora maggiore perché è un ragazzo ghanese senza dimora che dopo aver vissuto mesi alle Reggiane si è ritrovato a vivere per strada, dormendo in rifugi di fortuna e sfamandosi con ciò che offriva la Caritas e probabilmente poteva avere ben altri pensieri in testa che preoccuparsi di cercare la proprietaria per restituire uno smartphone. La storia di Omour ci parla di un ragazzo arrivato in Italia molto giovane su un barcone di fortuna, scappato da una situazione di estrema miseria nella speranza di trovare nel nostro Paese un futuro per sé e per la sua famiglia d’origine rimasta in Ghana.

Quando lo incontro mi racconta di avere trovato lo smartphone per strada, di averlo portato ad un ristoratore che conosceva e di come sono riusciti a rintracciare la proprietaria. Mi dice che ha “fatto solo la cosa giusta”, che si preoccupava del fatto che chi aveva perso lo smartphone “in quel modo avesse perso anche i contatti dei suoi amici e gli amici sono molto importanti”, che era grato alla signora a cui ha restituito il telefono perché gli ha regalato “un cappello bellissimo e molto caldo”, cappello che si non si è mai tolto durante il nostro incontro.

Da qualche giorno Omour è stato accolto in un dormitorio della Caritas e passerà le feste al caldo, il più bel regalo di Natale che potesse avere.


Quando vediamo un ragazzo di colore che vive per strada, tendiamo a percepirlo più come un pericolo che come un’opportunità: la storia di Omour ci dice l’opposto ed è l’emblema di quanto dovremmo stare attenti prima di giudicare le persone.

Nella speranza che Omour possa al più presto regolarizzare la sua posizione e di conseguenza trovare un lavoro in regola, lo ringrazio per il suo interessamento alla città in cui vive e il non essere stato indifferente al bisogno di qualcuno.


Rassegna stampa.


Matteo Iori